Rembrandt van Rijn, Ritratto di Isacco e Rebecca, detto anche La sposa ebrea, 1665-69, olio su tela, Rijksmuseum, Amsterdam
Il dipinto, uno degli ultimi capolavori realizzati da Rembrandt, si struttura in una composizione piramidale: l’uomo cinge la mano sinistra sulle spalle della donna e l’altra la accosta sul cuore di lei, in un abbraccio molto intimo, il quale sembra suggerire un legame amoroso tra i due. Il soggetto, per lungo tempo, è stato ambiguo e si è prestato a varie interpretazioni. Nell’800, l’allora proprietario del quadro, John Smith, lo interpretò come un Augurio di compleanno rivolto dall’uomo alla donna, mentre il successivo proprietario, il collezionista olandese Adriaan van der Hoop, lo interpretò come “una sposa ebrea adornata dal padre con una collana di perle”. Nelle analisi successive, l’attenzione si è orientata verso un tema biblico, proponendo l’identificazione dei due personaggi con vari protagonisti delle Sacre Scritture (Sara e Tobia, Booz e Ruth, Giacobbe e Rachele, Giuda e Tamar), tra le ultime Isacco e Rebecca. Questa interpretazione si basa sul fatto che la fonte alla quale si è ispirato Rembrandt sia stata un’opera di Raffaello dove si narra l’episodio in cui Isacco e la moglie Rebecca, al tempo in cui fingevano di essere fratello e sorella, furono scoperti amanti dal re Abimelech.