Da più punti di vista il fondo Susmel risulta essere particolarmente interessante. Se si analizzano le fotografie, lasciando in disparte le opere ritratte, concentrandosi sulla fotografia come oggetto, ci si trova davanti ad un’ampia e vasta quantità di riproduzioni di notevole qualità, realizzate dai fotografi e case fotografiche più importanti, spaziando in un lasso temporale che va dalla fine degli anni ’70 dell’Ottocento fino alla metà del XX secolo. Tra i più prestigiosi nomi di fotografi e case fotografiche si annoverano i fratelli Alinari, Giacomo Brogi, V. J. Lowy, Photographische Gesellschaft, ecc., ma vi sono presenti anche illustri riviste e libri d’arte, come Bruckmann e Klassischer Bilderschatz, e importanti case editrici, quale Verlag von W. Spemann.
Susmel non si limita a raccogliere fotografi connazionali. La sua collezione, infatti, dimostra una grande ampiezza geografica. Tuttavia, c’è da dire, che sono presenti in maggior numero fotografi e case fotografiche italiane e tedesche.
Ulteriore importanza va data senza dubbio alle diverse tecniche di cui sono composte le fotografie della collezione. Sono presenti in prevalenza albumine e stampe al carbone, ma anche, ben più rare e di superiore qualità, un cospicuo numero di riproduzioni fotomeccaniche.
La raccolta, inoltre, consta la presenza di più riproduzioni della stessa opera d’arte, differenziandosi nel fotografo, nelle case fotografi e nelle tecniche. Non sappiamo bene il motivo di tale fatto, si presume venissero collezionate per poi, successivamente, essere scambiate con amici e conoscenti, per ottenere in cambio “pezzi” che mancavano alla propria collezione. La presenta di “doppioni” si può ricollegare alla diversa resa che le varie tecniche influiscono sull’opera riprodotta. Denota, perciò, un’attenta lettura critica verso le opere d’arte.
L’interezza della collezione ci fa conoscere il fine gusto del professor ed ecologo Lucio Susmel, particolarmente attento alla ricerca di riproduzioni d’arte.
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