Clima culturale della Firenze degli anni Trenta

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Stemma Caffè Giubbe Rosse

Il Caffè delle Giubbe Rosse, situato a Firenze in piazza della Repubblica (allora piazza Vittorio) fu inaugurato nel 1897 dai fratelli Reininghaus, produttori tedeschi di birra. Il nome deriva dal colore rosso delle giacche dei camerieri, i quali seguivano l’uso e il gusto della capitale austriaca, Vienna.

 

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Foto storica dell'esterno del Caffè

Il Caffè divenne subito luogo d'incontro di artisti, letterati e intellettuali, ospitando per tutto il XX secolo tra le più illustri figure della cultura italiana e non solo. Negli anni ’10, durante la stagione futurista, personaggi come Marinetti, Boccioni, Russolo, Palazzeschi e Carrà fecero delle Giubbe Rosse il proprio luogo di ritrovo. Dopo la Prima guerra mondiale, il locale divenne luogo d’incontro dei più importanti letterati del Novecento. Inoltre, vi prese sede la redazione della rivista Solaria, fondata da Alberto Carocci nel 1926.

Durante gli anni ’30, il Caffè venne fatto luogo di ritrovo da Eugenio Montale, Umberto Saba Carlo Bo e Mario Luzi, seguiti da Elio Vittorini e Salvatore Quasimodo dopo la Seconda Guerra mondiale. Nel 2019 il Ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto questo locale come “bene culturale”, tramite un decreto che ne sancisce la tutela.

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Foto storica del circolo letterario

Secondo la testimonianza del figlio, durante il periodo fiorentino Lucio Susmel frequentò il Caffè venendo a contatto con poeti, letterati, scienziati e artisti, tutte figure di spicco nella cultura del tempo. Qui poté assecondare le sue predilezioni artistiche, arricchendo il suo bagaglio culturale di importanti esperienze.